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Quante volte nell'ultimo mese mi sono pentita di aver scelto di partecipare allo spettacolo del 21 e seguenti. Non è la prima volta che vi partecipiamo, -ormai sono più di tre anni-, ma questa volta c'è in ballo qualcosa di nuovo, e che inizialmente, non prometteva bene. Il mondo del Teatro è un mondo che solo noi dentro capiamo, e che all'inizio, da fuori, paiono tutti fuori come dei balconi; cosa che ci siamo ripetute numerose volte. Ho dato nelle loro mani la mia fiducia, ma ne ero profondamente terrorizzata.

Ma a poco a poco, stando a contatto con queste persone, ho iniziato a comprenderle, e ho visto quanto non importi se la gente ti capisce o meno, l'applauso ci sarà, perché ha dimensioni mastodontiche.

Nessuno capirà le macchine, nessuno capirà perché la saggezza non ha la testa, o in sé la bellezza e la screziatura di questa, ma un attore è così chiamato perché non è umano, ed è forse proprio la fenice: noi, risorgiamo sempre dalle nostre ceneri.

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